“OLIMPIADI” DI ROMA 1960 – La Quintana di Ascoli fu tra le cinque rievocazioni storiche italiane presenti quali manifestazioni collaterali della XVII Olimpiade che nel 1960 si svolsero in Italia, a Roma. Furono circa 1.000 i personaggi in costume chiamati a raccolta nella Capitale dove la Quintana fu protagonista di un imponente corteo lungo la “Passeggiata Archeologica”, e poi della Giostra cavalleresca nel suggestivo scenario del Circo Massimo. Fu anche la prima grande vetrina internazionale per una manifestazione che di lì a qualche anno si sarebbe fatta meglio conoscere e apprezzare in tutta Italia, con frequenti puntate anche all’estero, soprattutto in Europa (la Quintana fu presente 12 anni più tardi anche alle Olimpiadi tedesche di Monaco 1972). Proprio una vetrina di lusso se pensiamo che la Rai, a partire dalle ore 18, decise di trasmettere in eurovisione ben 45 minuti della manifestazione (corteo e Giostra) nel corso di una trasmissione coordinata dal regista Piero Turchetti (in quel periodo era sua anche la regia del popolare programma tv “Campanile Sera”, e una decina di anni dopo fu sua pure la regia dello storico “Rischiatutto” di Mike Bongiorno”). Presentatore d’eccezione fu il grande Enzo Tortora. La data di questa edizione speciale della Quintana era già stata fissata da mesi: domenica 4 settembre. Dopo la Giostra ascolana di agosto (vinta da Angelo De Angelis della Piazzarola in sella a Soraya), le prove al Campo dei Giochi continuarono. Anzi, si intensificarono, alla presenza dello stesso Turchetti e dei suoi “collaboratori” ascolani (il mossiere Giulio Franchi, l’aiutante di campo Enrico “Rirì” Angelini Marinucci, lo scenografo Alberto Costantini, il maestro degli sbandieratori Danilo Ciampini e tanti altri). Nel frattempo l’avvenimento venne presentato in pompa magna a Roma, presso la sede del “Centro di Valorizzazione delle Marche” dal presidente dell’Ente Provinciale Turismo (ETP) di Ascoli, prof. Nicola Laloni. Dopo le prove al campo Squarcia di mercoledì 31 agosto, finalmente si partì. Sabato 3 settembre alle ore 9 da Ascoli mosse un’autocolonna formata da una decina di automobili e quindici pullman, oltre ad un autocarro con rimorchio che trasportava il materiale (attrezzatture varie, costumi, strumenti musicali, ecc…). I quintanari presero posto su auto e pullman e la carovana mosse lungo la via Salaria. Alle ore 12 fu programmata la sosta per il pranzo a Rieti. Erano pronti mille cestini-viaggio, mentre tutti i bar della città erano convenzionati per la distribuzione delle bevande. Alle ore 15 l’arrivo a Roma. La comitiva venne alloggiata presso l’Associzione Nazionale Scuola Italiana (gli uomini) e in un vicino collegio di religiose (le donne). In serata le prove: lungo la “Passeggiata Archeologica” e al Circo Massimo, dove si sarebbe svolto il clou della manifestazione con l’assegnazione finale del Palio (realizzato anche quello dall’artista ascolano Giuseppe Rosati) al Sestiere vincitore. La comitiva era guidata dal sindaco-Magnifico Messere Serafino Orlini e dalla giunta comunale al gran completo. I “notabili” ascolani vennero anche ricevuti in forma ufficiale in Campidoglio dall’allora sindaco di Roma Urbano Cioccetti. Per l’occasione, lungo le scale del Campidoglio si schierarono le chiarine della Quintana che suonarono sia l’inno delle Olimpiadi che quello di Ascoli (i tradizionali squilli della rievocazione). Ovviamente fu un successo di pubblico. Lungo il percorso del corteo e al Circo Massimo furono davvero tanti sia i romani che gli stranieri. Alla fine la cifra fu stimata in oltre 50.000 persone! Il Comune di Ascoli, da parte sua, aveva provveduto a spedire ben 2.500 inviti. Non solo, ma durante il corteo un elicottero lanciò tra la folla 100.000 manifestini. Inoltre, nei giorni precedenti a tutte le agenzie di viaggio di Roma erano stati distribuiti 30.000 opuscoli illustrati della Quintana in quattro lingue. Da Ascoli giunsero parecchie persone per assistere all’edizione speciale. Il viaggio non era poi così agevole come oggi, ma a renderlo meno difficoltoso ci pensò l’Enal (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori). Vennero infatti organizzati dei pullman che mossero alla volta di Roma all’alba di quel settembre partendo da piazza Roma. Un viaggio di andata-ritorno comprensivo dell’ingresso al Circo Massimo al costo di 1.500 lire. Qualcuno raggiunse Roma perfino in moto. Tutti gli Ascolani vennero comunque forniti di uno speciale disco pubblicitario con i colori della città e la scritta “Quintana” da applicare sul parabrezza delle auto. Quella di Ascoli fu l’unica manifestazione ad essere trasmessa in diretta tv. La poterono ammirare quelle stesse persone che il giorno precedente avevano seguito la finale olimpica dei 200 metri. Quella gara che, grazie a Livio Berruti, assegnò all’Italia la storica prima medaglia d’oro della velocità nell’atletica leggera. A Roma si era svolta anche un’edizione speciale della Quintana di Foligno, vinta da Marcello Formica il quale aveva (e l’avrebbe fatto ancora per tanti anni) iscritto il proprio nome anche nell’Albo d’Oro della Quintana di Ascoli. Formica fu tra i sei cavalieri protagonisti al Circo Massimo dove, alla fine, la vittoria arrise all’ascolano Luigi Civita del Sestiere di Porta Romana. Un successo che ancora oggi si porta dietro qualche vena polemica che ormai sfocia nella leggenda. Civita (soprannominato “uragano”) vinse con 630 punti, e fu il primo dei sei cavalieri a lasciare – trionfante, con in mano il maestoso Palio giallo e rosso – il Campo dei Giochi romano passando sotto la perfetta ricostruzione di Porta Tufilla (un lavoro certosino curato in prima persona dal prof. Albero Costantini). Al secondo posto il ventenne romano Angelo De Angelis della Piazzarola, al terzo Marcello Formica (33 anni) di Porta Solestà, al quarto Mario Torcini di Porta Maggiore che a Roma aveva preso il posto del “maresciallo di cavalleria” Ernesto Maltempi. Quinto l’altro romano Eugenio Santoni, ormai 37enne, e sesto l’ascolano di 31 anni Giovanni “Mengò” Castelli. Tra i numerosi ospiti d’onore anche donna Carla Gronchi, moglie dell’allora Presidente della Repubblica, Folchi (ministro del Turismo e Spettacolo) con il suo sottosegretario l’ascolano Tozzi Condivi, gli ambasciatori di Svizzera, Danimarca e Stati Uniti. Tra i messaggi di compiacimento per il grande successo raccolto a Roma giunti al sindaco Serafino Orlini, molto apprezzato fu quello dell’allora prefetto di Ascoli, dottor Fabris. La Quintana “olimpica” finì lì, ma non certo la sua eco e il suo ricordo ancora vivi in molti ascolani, fedelmente tramandati alle generazioni future. Difficile, infatti, poter dimenticare il momento in cui gli altoparlanti del Circo Massimo diffusero il suono festoso delle campane di Ascoli. A Roma, quel giorno, c’era idelamente una città intera con tutta la sua storia (TESTO TRATTO DA “ALMANACCO DELLA QUINTANA 2006” DI ANDREA FERRETTI).